Buonasera a tutti, in data 18 luglio a mezzo call center richiedevo il trasloco della mia linea fibra fttc presso altro indirizzo di medesimo comune non servito da fttc e pertanto l'operatore mi informava che, diversamente dai casi in cui è possibile un "upgrade" da adsl a fibra, il "downgrade" non è concesso e che pertanto ero costretto a richiedere la cessazione della linea e richiedere nuova attivazione. Nella medesima giornata scrivevo a mezzo PEC all'indirizzo clientiprivati@pec.telecomitalia.it (da più di due settimane non attivo) richiedendo la cessazione (dettagliata con numero di armadio su strada non servito da FTTC) senza alcun onere a mio carico in quanto si trattava di una "mancanza" della stessa tim a me non imputabile e che la volointà del sottoscritto era un mero "trasloco di linea". Ricevevo nei giorni seguenti un contatto telefonico da consulente/dipendente TIM che ovviamente proponeva l'attivazione di nuova numerazione con contestuale cessazione della precedente e garantiva che non avrei ricevuto alcun addebito in bolletta per la disattivazione della precedente numerazione. Ovviamente neanche a dirlo nell'ultima bolletta della precedente numerazione ormai disattivata sono state addebitati €49,00. Considerato che via call center riuscire ad intavolare un discorso con persone che non capiscono la tua lingua è cosa assai difficile, considerata la chiusura della casella pec clientiprivati@pec.telecomitalia.it, considerati i riscontri mai pervenuti dalla PEC telecomitalia@pec.telecomitalia.it qualcuno almeno qui saprebbe dirmi quale ulteriore iter seguire per recuperare l'ingiusto addebito? Grazie mille e buonaserata
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